risposta ufficiale del MIUR ai quesiti posti da USPUR in merito agli incarichi esterni dei docenti universitari a tempo pieno

Il Capo Dipartimento per la Formazione Superiore e per la Ricerca, prof. Giuseppe Valditara, ha risposto, con lettera del 19 giugno 2019, ai quesiti posti da USPUR in data 27 maggio 2019 in merito alla corretta interpretazione dell’articolo 6 comma 10 della legge n. 240/2010. In quest’articolo sono descritte le attività che possono essere liberamente svolte dai docenti universitari a tempo pieno fatto salvo il rispetto degli obblighi istituzionali.
Nella risposta del Capo Dipartimento, pur rimarcando che il tema è particolarmente complesso dal punto di vista giuridico, si conferma, con ulteriori puntualizzazioni, quanto già espresso nell’atto d’indirizzo n.39 emesso dal MIUR in data 14 maggio 2018.
L’USPUR auspica che ciò consenta di porre termine alle indagini in corso su tutti quei docenti che avevano interpretato nel senso qui riportato la liceità delle attività esterne quali quelle di consulenza.
L’USPUR ringrazia il prof. Valditara per la celerità della risposta e soprattutto per la chiarezza delle argomentazioni riportate

Allegati:
1. LETTERE USPUR: All. 1_b.2 2019 05 25 proposta lettera chiarimenti MIUR rev 3
2. Risposta Valditara: 36136-REG-1560868247245-risposta a Uspur su attività libere dei docenti-signed

CHIAMATE e CAUSE DI INCOMPATIBILITA’ (Procedure ex. art. 18,22 e 24 L.240/2010)

Alla luce della recente Sentenza della Corte Costituzionale n. 78 del 9 aprile 2019 molti ATENEI Italiani dovranno aggiornare i criteri di ammissibilità ai procedimenti di chiamata.

la Corte Costituzionale ha infatti precisato che, a suo avviso, tra le condizioni che impediscono la partecipazione ai procedimenti di chiamata dei professori, il rapporto di “CONIUGIO” con Docente, Rettore, Direttore generale o componente del CDA, è stato intenzionalmente omesso dal legislatore in ragione dei significativi profili differenziali da prendere in considerazione.

Riaffermando così il principio che solo la legge può disporre eventuali limitazioni all’accesso alla procedura concorsuale.

Alla luce di ciò la “incompatibilità“, fatta propria da molti ATENEI, non può essere applicata ai coniugi, ma deve limitarsi esclusivamente ai rapporti di parentela e affinità 

A questo punto molti Atenei dovranno rivedere le proprie procedure. Non resta che chiedersi cosa ne è di tutti quei professori e ricercatori che non hanno potuto partecipare alle procedure concorsuali per posizioni ormai coperte, o ancora per i probabili divorzi messi in atto nell’intento di aggirare l’incompatibilità ora diventata Legittima?

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+3.48% arriva un adeguamento ISTAT degli stipendi dei docenti universitari dopo quasi 8 anni: dal 1 gennaio 2019

Facendo seguito alla Circolare n. 31 del 29 novembre 2018, finalmente l’ISTAT ha stabilito l’adeguamento degli stipendi, indennità integrative e di quant’altro contribuisce a formare gli emolumenti del personale non contrattualizzato, tra i quali i docenti universitari, a partire dal 1 gennaio 2019. Tale incremento è pari al 3.48%.

L’incremento è valutato annualmente in base agli incrementi medi conseguiti l’anno precedente dai dipendenti pubblici contrattualizzati e deve essere stimato dall’ISTAT entro il 30 aprile.

Probabilmente gli atenei più solerti saranno in grado di recepire l’adeguamento da subito  per quelli qui lenti si parla dell’inizio estate. In ogni caso saranno erogati anche gli arretrati relativi all’adeguamento.

Non pare siano previsti adeguamenti al FFO, quindi l’erogazione di quest’aumento nel complesso del sistema universitario nazionale ha un impatto di circa 200 milioni di euro.

 

sono passati quasi 9 anni dall’ultimo adequamento; di seguito lo storico:

2010                +3.09%,

2011-2015        +0.00%

2016                +0.00%

2017                +0.00%

2018                +0.00%

2019                +3.48%

 

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FINALMENTE un po di CHIAREZZA sul CALCOLO DEL COSTO ORARIO PER LA RENDICONTAZIONE dei PROGETTI DI RICERCA

Parere MIUR;     

doveva arrivare il nuovo Capo Dipartimento, il prof. Giuseppe Valditara per spiegare ai nostri uffici amministrativi come fare il calcolo del costo orario per la rendicontazione dei progetti di ricerca.

Con la nota del 22-01-2019 il MIUR puntualizza che l’art. 6 della legge 240/2010 in materia di stato giuridico dei professori e dei ricercatori di ruolo statuisce, al comma 1, che il regime di impegno dei professori e dei ricercatori è a tempo pieno o a tempo definito. Ai fini della rendicontazione dei progetti di ricerca, la quantificazione figurativa delle attività annue di ricerca, di studio e di insegnamento, con i connessi compiti preparatori, di verifica e organizzativi, è pari a 1.500 ore annue per i professori e i ricercatori a tempo pieno e a 750 ore per i professori e i ricercatori a tempo definito.

Sperando che quanto prima il ns. uffici rendicontazione progetti ricerca recepisca quanto ribadito dal MIUR e facciano netta opposizione a chi ci chiede una valorizzazione a 1760 ore annue!

Il MIUR mette sotto il mirino le attività ANVUR e promette un’agenzia di valutazione dell’istruzione: Stop alla dittatura dell’algoritmo ANVUR

Una riflessione complessiva sul tema della valutazione sta facendo emergere nuove idee e nuove possibili soluzioni per la VALUTAZIONE.

Finalmente si comincia a mettere in discussione la forzatura nelle procedure valutative dell’ANVUR e delle “storture” da essa generate. Una nota, inviata a tutti i rettori dal MIUR firmata dal capo dipartimento Giuseppe Valditara, senza troppi giri di parole, bacchetta e forse boccia anche l’attuale funzionamento dell’ANVUR che avrebbe introdotto, secondo il MIUR, una «dittatura dell’algoritmo» e una «serie di distorsioni».

La nota fornisce anche un possibile radicale ripensamento del ruolo dell’ANVUR, dall’accreditamento dei corsi, alla predisposizione delle soglie per l’abilitazione. Compiti da riattribuire al ministero con riposizionamento dell’ANVUR «come specifica e autonoma sezione» all’interno di una futura «agenzia nazionale di valutazione del sistema dell’istruzione e della ricerca»

In qualche modo il documento del MIUR – parla dell’ANVUR favorevolmente ma anche ne indica i limiti insorti nel suo comportamento «inquisitorio e burocratico più legato alla valutazione dei processi (valutazione ex ante ed in itinere) che ai prodotti (valutazione ex post)».

Nel documento si parla di storture frutto di «errori concettuali» compiuti negli anni a causa di una «declinazione regolamentare molto articolata e complessa rispetto alla legge istitutiva» e per i «comportamenti opportunistici atti a scaricare su un soggetto tecnico e non politico le decisioni sgradevoli di premialità e sanzione».

Questo avrebbe portato alla «deresponsabilizzazione completa del singolo e del sistema su cui la valutazione punta l’attenzione». E così tutto si riduce «solo al premiare il pedissequo assolvimento di tutti gli adempimenti burocratici necessari».

Il documento cita degli esempi: dalle schede di accreditamento (SUA) agli esercizi della VQR e alla valutazione dei Dipartimenti di eccellenza.

Le proposte del MIUR

Secondo il MIUR è necessario una ridefinizione delle competenze in materia di valutazione e di accreditamento, con separazione delle competenze e delle funzioni in materia con riattribuzione al MIUR delle competenze e delle funzioni in materia di accreditamento dei corsi di studio.  In sostanza si propone un “ritorno all’antico visti gli esiti del moderno” con centralizzazione di svariati compiti oggi affidati all’ANVUR.

Serve quindi  «ripensare radicalmente struttura e funzioni dell’ANVUR, magari inserendolo come specifica e autonoma sezione di una agenzia nazionale di valutazione del sistema dell’istruzione e della ricerca».

 

http://scuola24.ilsole24ore.com/art/universita-e-ricerca/2019-01-29/si-apre-cantiere-anvur-miur-punta-un-agenzia-valutazione-istruzione-173212.php?uuid=AFk8USC&

Regole più semplici per i dottorati industriali

Parte il piano del MIUR per incrementare i dottorati innovativi, intersettoriali, interdisciplinari e, soprattutto, quelli industriali

Si basa sulla semplificazione in più punti dell’intera procedura che riguarderà le Università e le altre istituzioni di alta formazione e ricerca e in cascata, anche le aziende (specie quelle più attente a investire in R&S).

Lo scopo è quello di far finalmente decollare, anche da noi, una figura fin qui poco utilizzata e forse anche non troppo ben vista da una buona parte di accademici: il dottore di ricerca industriale.

Un report di qualche mese fa dell’Osservatorio Università-Imprese della Fondazione CRUI aveva censito – su un bacino di 915 dottorati totali – 41 corsi «industriali» e altri 78 in cui erano presenti curriculum organizzati in collaborazione con le imprese.

Ci si aspetta che questi numeri possano finalmente aumentare e garantire così un significativo impatto sulla competitività economica della Nazione.

L’iniziativa, fortemente voluta dal capo dipartimento Università del MIUR, Giuseppe Valditara e dal ministro Marco Bussetti, riguarderà prima di tutto il collegio dei docenti (basterà aver pubblicato almeno tre prodotti scientifici su fonti qualificate e aver superato gli indicatori per l’abilitazione scientifica nazionale per i prof associati).

Anche per i dottorati in collaborazione con le imprese le novità non sono poche (non si richiede alcun risultato in termini di brevetti o altre richieste delle vecchie linee guida, ma è sufficiente la partecipazione a progetti di ricerca nazionali e internazionali oppure la presenza di sezioni aziendali dedicate alle attività di ricerca e sviluppo).

http://scuola24.ilsole24ore.com/art/universita-e-ricerca/2019-01-28/regole-piu-semplifici-i-dottorati-industriali-184844.php?uuid=AFVUgm&

ULTIME Notizie sul “UNA TANTUM”

(D.M. 2 marzo 2018, n. 197 Criteri e modalità per la ripartizione delle risorse e l’attribuzione dell’importo una tantum ai professori e ai ricercatori di ruolo previsto dall’articolo 1, comma 629, Legge 27 dicembre 2017, n. 205.)

Il Capo di Dipartimento del MIUR, prof. Giuseppe Valditara, ha “tirato un po le orecchie” agli atenei chiedendo l’erogazione rapida dell’UNA TANTUM messa a disposizione degli Atenei lo scorso anno.

Con riferimento alle disposizioni di cui all’oggetto, ha ricordato ai Rettori che l’importo riconosciuto ad ogni docente viene attribuito in due annualità, da erogarsi rispettivamente entro il 28 febbraio 2018 e il 28 febbraio 2019. Come sapete diversi Atenei sono ancora inadempienti.

Il MIUR ha chiesto poi ai Rettori,  entro il 15 febbraio 2019,  in merito alla prima annualità dell’anno 2018, ed entro il 15 marzo 2019, per la seconda annualità dell’anno 2019, dettagli dell’avvenuta erogazione ai professori e ai ricercatori di ruolo dell’Ateneo dell’importo una tantum. Li invita inoltre formalmente a non dilazionare la erogazione dell’una tantum oltre i termini di legge.

A questo riguardo va comunque sottolineato che la norma lasciava una certa discrezionalità agli Atenei nella fase attuativa.

Qualche Ateneo in qualche modo è riuscito ad ottemperare alle prescrizioni, ha già erogato la prima annualità e si accinge ad erogare la seconda. Altri, pare ci sia stato un di coordinamento,  hanno optato per fare un bando ad hoc con una valutazione su un triennio non legato agli scatti stipendiali ma che si concluda entro fine 2018  (dato che ci sono numerosi casi che finirebbero il triennio per lo scatto stipendiale nel 2021).

Alla fine di questa procedura, ci viene segnalato, che tutta la partita si dovrebbe chiudere con un’erogazione delle due annualità in un unica soluzione.

 

NOTIZIE FLASH dal mondo Universitario (fonte @UNIVTENDS)

  • I dipendenti pubblici hanno diritto, ove ne facciano richiesta e compatibilmente con le esigenze organizzative dell’amministrazione di appartenenza, ad essere collocati in aspettativa retribuita nel caso in cui vengano ammessi a un CORSO DI DOTTORATO di ricerca senza borsa studio

 

  • Ministri Grillo e Salvini vogliono l’accesso libero a Medicina con questo sistema alla francese: durante il 1° anno accademico si deve superare un test d’ammissione in 2 parti, una alla fine del 1° semestre e l’altra al termine del 2° semestre. E’ un accesso libero? E le risorse?

 

  • 26 per mille Il saldo migratorio dei giovani laureati in alcune regioni del mezzogiorno, in cui alle migrazioni verso l’estero si sommano quelle verso altre regioni d’Italia.

 

  • Ultimo rapporto EDUCATION AT A GLANCE: il nostro tasso d’investimento nel sistema universitario rispetto al PIL è circa la metà rispetto alla media dei paesi OCSE (0,6% contro l’1,1%), e la percentuale di laureati nella fascia d’età 25-34 è del 27%, mentre la media OCSE è del 44%

 

  • IRELAND. Universities have launched a new charter for the univ. system, spelling out the commitments required to fulfil the government’s target of becoming the best system in Europe by 2026 – including increases in state funding, more autonomy, and more freedom to hire staff. UWN

 

  • Tra 500 ricercatori di tutto il mondo che hanno pubblicato almeno 1 articolo nelle 82 riviste di Nature Index 2017 Nature ha inserito due italiani tra gli 11 che stanno “lasciando il segno”: Silvia Marchesan, dell’UniTrieste, sesta, e Giorgio Vacchiano, della UniMilano, 11°.

 

  • ALMALAUREA. il Report 2018 di AlmaLaurea su CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI DOTTORI DI RICERCA. A un anno dal titolo conseguito nel 2016 lavora l’83,5% degli intervistati. Quasi 10 punti sopra un semplice laureato magistrale biennale del 2016.

 

  • Suppl. to the NATURE INDEX 2018. The top 100 most improved institutes around the world based on the increase in their publications in 82 high-quality journals between 2015 and 2017. A leader was China, its research centers occupying 51 spots in the top 100 list. Asianscientist

 

  • Di 16 mld sono in credito con lo Stato 118 mila medici che hanno frequentato la Scuola di Specialità in Medicina tra il 1978 e il 2006, e che, in contraddizione alle direttive europee, sono stati vittime di trattamento economico non adeguato o privati di remunerazione. Linkiesta

 

  • LAUREE PROFESSIONALIZZANTI. Debuttano a novembre con 700 posti in tutto divisi in 14 corsi secondo la sperimentazione messa in campo dal Miur, cui spetta, oltre al decreto per l’istituzione definitiva dei corsi, la proposta di una legge che renda i corsi abilitanti

 

Pubblicato il decreto per la ripartizione del Fondo di Finanziamento Ordinario agli Atenei

Pubblicato il decreto per la ripartizione del Fondo di Finanziamento Ordinario agli Atenei. Finanziamento che riprende sostanzialmente quello del 2017 con in più in 5% per il finanziamento dei dipartimenti di eccellenza e il contributo “una tantum” per parziale recupero del blocco degli scatti stipendiali ai docenti nel periodo 2011-2015.

Di fatto è esaurito il fondo per le Cattedre Natta (usato per gli scopi citati) e annullato il contributo ai docenti (ex 3000 euro).

Sono stati introdotti inoltre 100Meuro in più per compensare gli atenei dell’estensione della NO TAX AREA per gli studenti.

In globale circa 300Meuro in più rispetto al 2017.

Nella distribuzione aumenta il peso del costo standard rispetto al costo storico. Su di esso distribuito circa il 22% dell’FFO. Infine, nel possibile finanziamento “pro quota” di docenti esterni all’ateneo viene espressamente favorito il cofinanziamento al reclutamento di docenti provenienti da atenei esteri piuttosto che il trasferimento di docenti tra atenei nazionali.

All. 1.1 – MIUR_DM_n587_8ago2018_FFO-2018

All. 1.2 – MIUR_DM_n587_8ago2018_FFO-2018 tabelle

All. 1.3 – MIUR_DM_n585_8ago2018_CostoStandard_2018-2020

All. 1.4 – Tabella1_DM585_CostoStandard_studente_2018

 

ANVUR- RAPPORTO BIENNALE SULLO STATO DEL SISTEMA UNIVERSITARIO E DELLA RICERCA 2018 versione al 9 AGOSTO 2018

RAPPORTO BINNALE ANVUR

Nel decennio in corso la gran parte del sistema universitario e della ricerca ha aderito con convinzione a regole e procedure incisive e trasparenti di autovalutazione e valutazione. I risultati delle innovazioni introdotte stanno  lentamente emergendo.  senza alcun commento ulteriore si allega il terzo Rapporto Biennale dell’Agenzia che avrebbe come obbiettivo quello di fare una fotografia del ns sistema universitario,  il generale consolidamento dei segnali di miglioramento già rilevati due anni fa e l’attenuazione, ma non la scomparsa, di diverse difficoltà emerse in passato.

ANVUR-Sintesi-Rapporto-2018-versione-al-9-agosto-2018